PARIDE ORFEI


Paride festeggia il suo 60° compleanno al Piccolo Circo dei sogni di Peschiera Borromeo con la sua famiglia, la moglie Sneja, e il figlio Cristian, dopo l’uscita del libro “PARIDE” con la prefazione del giornalista Roberto Bianchin, esce oggi su tutte le piattaforme digitali del mondo il suo album discografico “Storie” una opera autobiografica nella quale Paride Orfei, artista nato e cresciuto sotto lo chapiteau, riporta scampoli di vita vissuta e curiosi aneddoti dello spettacolo viaggiante, Il filo conduttore del racconto e delle canzoni, è il circo, il rapporto con gli animali, e soprattutto il fascino che il viaggio riesce a infondere attraverso la magia del racconto in parole e musica.

Seguo Paride da oltre 40 anni e nel curare la scrittura della sua storia mi sono reso conto che il libro si muove nel pieno rispetto cronologico come in una avventura fiabesca, la costruzione della narrazione parte dall’inizio, ovvero dall’inconsueta e avvincente infanzia del piccolo Paride in giro per il mondo, fino all’età adulta, fino ad arrivare a quella da uomo, scandita da grandi amori, amicizie storiche, note musicali, successi, copertine di riviste e giornali, ma anche da episodi, dal sapore amaro, che hanno segnato profondamente la sua esistenza, a livello artistico e personale.

“Paride” e “Storie” rispettivamente il libro e l’album, sono stati scritti e realizzati con uno stile asciutto e diretto, nel quale viene rappresenta uno spaccato del circo dei decenni passati e tutto ciò che vi gravitava intorno. Tra le pagine e le canzoni non mancano i riferimenti al padre, Nando Orfei, e alle sue gesta, come la recitazione in “Amarcord”, pellicola diretta da Federico Fellini.

Paride Orfei è nato a Cagliari il 17 marzo 1963 per caso, da Nando Orfei e Anita Gambarutti, illustri esponenti della più celebre tradizione circense italiana, negli anni 90 è stato fidanzato con Rosita Celentano, Aveva 10 anni quando ha debutto in pista come acrobata, all’età di 14 è diventato ammaestratore di cavalli e di elefanti, si è esibito davanti al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, nell’unica volta in cui un presidente della repubblica è stato presente in un circo per tutta la durata dello show, a Papa Giovanni Paolo II e recentemente a Papa Francesco, a partecipato ai grandi show televisivi del sabato sera di Raffaella Carrà, Corrado, Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Piero Chiambretti, Gerry Scotti e tanti altri

Nella sua carriera di ammaestratore, Paride è riuscito a portare in pista elefanti, e cavalli, si è esibito in numeri di alta scuola di equitazione, instaurando sempre con i propri animali una relazione davvero commovente.

D. quale stato il momento più emozionante della tua vita?

La nascita di mio figlio Cristian, una cosa bellissima e indimenticabile, ancora oggi la ricordo veramente con tanto amore. Inizio per me di una nuova vita e pensare che non lo volevo.
Ad oggi sono passati 28 anni meravigliosi, come in un film, che io ho vissuto con Sneja, venuta da lontano dal nome incantato che è la mamma di nostro figlio Cristian.
È successo tutto quando Sneja mi comunicò che era rimasta incinta, che aspettava Cristian. Io fui spiazzato a tal punto che gli dissi subito: che non ero pronto a questo evento, mi sentivo ancora troppo giovane, e non ci stavo con la testa. Non potevo pensare di avere un figlio, un legame con una persona, bensì che questa persona mi dava veramente una sensazione di grande amore. Non ero pronto, gli dissi subito un secco no! “Non me la sento di avere un figlio”. E gli dico: “dobbiamo una soluzione”. A quel punto di comune accordo decidemmo di recarci da mia mamma a raccontare il misfatto. E insieme gli raccontammo un po’ tutto quello che ci era successo, (lei era rimasta incinta di me e che io non avevo nessuna intenzione di avere un figlio). Ma non per lei in quanto l’amavo. Proprio non avevo la testa per avere un figlio. Mamma Anita si girò verso Sneja: “Ma tu lo vuoi essere mamma?” Rispose Sneja convinta, e sicura di se” Sì, sì, io. Io lo vorrei”, allora Amita decisa disse: “fai una cosa, lascia stare quello che dice di mio figlio. Tu porta avanti la gravidanza, se non lo volete voi. Il bambino lo tengo io”,
Rimasi senza parole, in termini calcistico per me come prendere un rigore, palla da una parte, portiere dall’altra. Usciti dal caravan mi trovai di fronte al fatto compiuto. I giochi erano fatti, dovevo diventare papà.
Mi convinsi e accettai che Cristian doveva nascere.
Non riesco ad esprimere quello che provai e sentii dentro di me in quel momento. Potrei paragonarlo alla esplosione del Big Bang. Incominciai a piangere per l’emozione. Ed era un pianto di felicità e di gioia. Una delle emozioni più forti che un uomo possa provare, la cosa più bella che mi è capitata in tutta la mia vita. Stavo per diventare padre, quel momento che vidi Cristian, attraverso l’ecografia con il suo piccolo cuore che batteva forte e in più mi dissero che era maschio, immaginatevi la doppia felicità che mi investì come un treno ad alta velocità. E così inizio la mia, chiamiamola tra virgolette, carriera e vita di papà.
Ricordo che alle 04:00 del mattino andammo a dormire. Neanche un’ora dopo, alle 05:00 Sneja, mi sveglia avvisandomi che aveva cominciato a perdere le acque, mi disse: “Non so che cosa mi sta succedendo, non so se mi sono fatta la pipì addosso”, corro a chiamare mia mamma, non mi era mai successo di trovarmi in questa situazione, avevo visto partorire i miei animali, mai, un essere umano, la mia compagna, la donna della mia vita, il mio amore, stava per partorire.
Ero molto in ansia, ero agitatissimo, vado a svegliare mia mamma, avvisandola che Sneja ha aperto le acque e gli dico: “cosa facciamo ? Preparo le valigie e andiamo subito a Roma?”. E mia Madre decisa risponde: “Ma cosa dici? Rendi la macchina e porta Sneja al primo ospedale che trovi, muoviti fai in fretta, perché sta per partorire”. Immediatamente mio papà che si era svegliato anche lui mi butta le chiavi della sua macchina. carico velocemente il kit preparto, abbasso il sedile davanti, faccio entrare Sneja, inserisco la cintura, in quel momento inizia ad avere le contrazioni, Ero nel panico ma mi è venuto in mente quello che mi aveva detto Tiziana 3 ore prima. Mi dirigo sulla statale Adriatica, essendo in agosto era trafficatissima, già alle 07:00 vi era un traffico bestiale, mi metto in corsia di sorpasso fino a che mi vedo affiancare da una pattuglia dei carabinieri, mia madre aveva esposto fuori dal finestrino un fazzolettino di emergenza, apro il finestrino e chiedo aiuto ai carabinieri, che capiscono al volo e ci scortano a sirene spiegate in Val Vibrata all’ospedale del Sant’Omero.
Siamo arrivati in ospedale, faccio scendere mia madre Sneja al pronto soccorso, giusto il tempo di parcheggiare la macchina, e di salire alla sala parto che lei era già in travaglio, riuscì ad indossare il camice bianco ed ad assistere alla nascita di Cristian.
Dopo 1 ora e mezza è nato nostro figlio Cristian.
È stata un’avventura bellissima, che non dimenticherò mai. ringrazio mia mamma, ringrazio Sneja di non avermi dato retta, quando non ero convinto di avere un figlio non me lo sarei mai perdonato. Grazie mamma, Grazie Sneja.

Quale stato il momento più imbarazzante nella tua vita?
Alla festa del mio 15° compleanno, i miei amici mi hanno fatto ubriacare, e stata la mia prima ed unica sbornia, anche perché non potendomi ritirare nella grande casa viaggiante dei miei genitori, molto severi con me, se mi avessero scoperto, mi avrebbero messo in punizione e quindi sono stato costretto ad andare a dormine nella scuderia degli elefanti insieme al mio amica elefantessa preferita che mi cullava da bambino, Lanka, la quale oltre a riscaldarmi mi ha protetto fino all’alba, quando mi sono ripreso e sono potuto rientrare in casa.

D. Quanto hai lavorato in questa tua elaborazione di scrittore e cantautore?

Dichiara Paride: “Ci sono voluti diversi anni prima che l’album, composto complessivamente da otto pezzi, potesse essere pronto per la pubblicazione, i brani li ho scritti e arrangiati insieme al musicista, amico fraterno, Roberto Riccitelli, sono passato dal rock al pop, per tornare al rock, ho suonato la chitarra grazie all’insegnamento di Fausto Mesolella vincitore a Sanremo con gli Avion Travel che mi ha sempre incoraggiato, e il basso, strumenti con i quali ho confidenza e familiarità, con i quali finalmente ho potuto “immergermi” e sperimentare come avrei voluto, negli anni ’90, quando ho inciso un 33 giri “Una sera Stive MC Queen” nel quale ho interpretato brani di Cristiano Malgioglio e che oggi dopo anni e nelle classifiche di Spotify. In questa ultima produzione in sala di incisione non ho risparmiato la voce, mettendo in gioco la mia esperienza e aggressività canora, ho potuto dare libero sfogo alle mie passioni in particolare nel brano “Le Mille e una notte” emerge tutto il mio istinto rock e a tratti progressive metal. I testi li ho scritti di mio pugno la maggior parte di notte, e sono basati sulla mia storia realmente vissuta all’interno del circo, ho usato il rumore dei trattori, l’effetto della mazza sui picchetti del circo durante il montaggio, ho registrato il barrito degli elefanti, e altri effetti sonori che facessero rivivere il mio circo nella mia opera rock che porterò in tour in tutta Italia con la compagnia del piccolo circo in una idea dal titolo “Rock Circus” in prima persona ho giocato con il megafono al presentatore imbonitore, attraverso aneddoti e poesie riguardanti l’universo circense che finora mi ha circondato.

D. Come si sviluppa il tuo lavoro discografico?

“L’apertura è affidata a “Overture”, una traccia totalmente strumentale, attraverso cui cerco di esprimere in musica quello che è l’arrivo di un circo in una località e il suo montaggio, in tutto il suo titanico meccanismo e logistica. I miei pezzi parlano di storie d’amore, della mia vita on the road degli artisti circensi, sempre in giro per il mondo, dal mio legame con alcuni animali compagni di viaggio. Memorabile è il ricordo che affiora in me nel corso del brano “Tigri nella notte”, nel quale racconto che quando ero ancora bambino, accudivo i tigrotti che la loro mamma non allattava, nutrendoli con latte artificiale e tenendoli stretti nel mio letto.
E poi ancora in “Storie”, Il brano che dà il titolo all’album che ho dedicato a mio padre Nando, ricorda i momenti amorevoli nei quali mi raccontava delle favole meravigliose per placare il mio animo estremamente vivace, mai propenso a stare fermo e rimanere in casa, meglio in roulotte. Rivivo come in un sogno “Le Mille e una Notte” la produzione incredibile della famiglia Orfei il cui regista fu’ Gino Landi, e a distanza di tanti anni e nella menta di migliaia di spettatori, il tutto si scontra con l’incubo della guerra a Bagdad. In “Salto nel vuoto” invece descrivo lo stato d’animo di un acrobata prima di entrare in scena e durante la performance. Mentre “Dentro l’aria” è la rivisitazione di un brano dove il cantante e musicista circense esprime l’amaro che lascia dentro la fine di un amore. “Niki” celebra l’omonimo amico scomparso, un batterista con il ritmo nel sangue e mio mentore musicale, la canzone evoca anche altri musicisti fraterni che non ci sono più.
La chiusura è affidata a “In questa città”, il riassunto finale di un’esistenza itinerante, trascorsa da una città all’altra, in tante nazioni diverse, attraversate con i carrozzoni del circo.” Il libro è edito da Amazon e il disco dalla etichetta di New York Factory of the Stars

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