Familiar Strangers


Ti alzi al mattino, vedi il nuovo album degli Every One Else: “Familiar Strangers”. Mannaggia a loro. Va beh, lo metti nel forno a microonde, no nel lettore CD.

Gli Every One Else sono una band emergente di Bergamo. Mi aspetto la solita formuletta che va oggi: indie con derive garage e qualche ritmica accattivante. Sì insomma, quella musichetta che ti muove un po’ ma che non riesci mai a ricordare, trasparente. L’album è completamente autoprodotto ma mi sorprendono le registrazioni: proprio un bel lavoro. Lo ascolto tutto, ha delle belle idee. La prima traccia la trovo arditamente Radiohead, ma il quartetto non si chiude in sonorità già esplorate: tutte le canzoni continuano ad ondeggiare tra melodie pop che si fissano in testa e arrangiamenti indie rock, proposto con dei ritmi che non ti permettono di annoiarti.

Spaziano dal prog di “All The Things I’ve Never Said” a sonorità più moderne e elettroniche di Eyes. Un album che ha qualcosa da dire, qualcosa che ti puoi ricordare, cantare sotto la doccia. Non male.