Francesco Marras è un musicista originario della Sardegna, attualmente chitarrista della cult band Inglese Tygers of pan tang e della band Italiana Screaming Shadows. Nella sua carriera ha suonato come turnista con band ed artisti come : Terry Brock, Toby Hitchcock, Bonfire, Martin Engelien, Purpendicular, ecc.
“It’s Me!” è il suo terzo disco solista, preceduto da “Black Sheep” del 2011 e “Time Flies” del 2018, entrambi strumentali.
La data ufficiale dell’uscita del disco è prevista per il 15 Settembre del 2022 e sarà preceduta dalla pubblicazione di 3 singoli/video (che usciranno nelle date dell’8 e 22 Agosto e 5 Settembre) su YouTube e sulle maggiori piattaforme di streaming digitale.
Siamo davanti ad un disco di puro hard rock anni ‘70/’80, di matrice inglese, concepito come i dischi di una volta, senza riempitivi. Hammond e chitarra sempre presenti ed una sezione ritmica portante fanno la cornice perfetta per la voce graffiante di Francesco, canzoni che ti fanno battere i piedi e muovere la testa con ritornelli aperti che ti fanno venire voglia di cantare.
Questa volta il chitarrista tricolore mostra aspetti della sua musica ancora nascosti, non solo è coinvolto come chitarrista, bassista, produttore, compositore ed autore dei brani, ma per la prima volta anche come cantante.
La voce di Francesco ha uno stile graffiato che può ricordare cantanti come Chris Cornell, Ritchie kotzen, David Coverdale ecc. mentre lo stile chitarristico in questo disco risulta sempre tecnico ma più bluesy del solito.
Con riff di chitarra rocciosi, soli veloci e melodici, canzoni easy e catchy che prendono subito, i 48 minuti del disco scivolano con una leggerezza impressionante, senza mai annoiare l’ascoltatore.
Qui di seguito i punti più interessanti di ogni canzone.
Un energico riff di chitarra apre il disco ed inizia MONEY TALKS, un brano efficace e immediato che ricorda i primi lavori degli Whitesnake. Il testo è una accusa alla superficialità e al consumismo della società moderna. La strofa ha un andamento di basso e batteria molto sexy mentre le chitarre suonano un arpeggio lento e la voce rimane su tessiture più basse per aumentare di dinamica ed aprire sul ritornello, melodico ed orecchiabile. Il solo è un “botta e risposta” tra chitarra e hammond, per poi continuare con una parte più melodica.
TAKE MY HAND – il brano, in cui è ospite Bodo Schopf, batterista di Micheal Schenker, inizia con una parte ritmata di strumming stoppato di chitarra con wah-wah e batteria a cui si aggiunge un tema dal mood country suonato da banjo e chitarre elettriche. Nella strofa i musicisti si fermano su un accordo aperto e lasciano spazio alla voce di Francesco mentre un bridge ci porta verso il ritornello che apre il brano e da ampio respiro alla canzone. Il solo di chitarra presenta dei frasessi blues legati e veloci che fanno una progressione ascendente, la seconda parte del solo è più melodica e ci riporta nella strofa. Il brano finisce con un fade out sul riff principale chitarra/banjo.
YOU SET MY HEART ON FIRE è il singolo del disco nonché una delle migliori canzoni dell’album. Inizia con un lancio di batteria che ci catapulta subito su un riff di chitarra roccioso a cui si aggiunge un tema più acuto suonato dalla chitarra elettrica, la strofa anche qui ha una dinamica pi bassa e gli accordi aperti, il ritornello è caratterizzato da delle voci in ritardo che ripetono le frasi principali del ritornello. Il solo centrale di chitarra ha prima delle atmosfere più soft e blues che ricordano i Pink Floyd per poi arrivare ad una parte veloce. Da notare il fantastico lavoro fatto sulle doppie voci e cori del disco fatto da Marco Garrucciu.
WE TAKE THE BLUE AWAY ha un intro in cui la chitarra acustica, un coro di voci ed il battere delle mani possono ricordare canti gospel/blues a cui si aggiungono basso e batteria. La dinamica sale con l’ingresso dell’hammond di Marco Cossu, con delle note alte che fanno posto poi ad un breve solo di chitarra. Le parole del testo ci invitano a lasciarci alle spalle problemi e malinconia. La strofa è molto aperta e la voce graffiante di Francesco fa da padrona mentre un solo di chitarra mette in mostra tutte le capacità del chitarrista/cantante. In generale le canzoni hanno delle parti vocali che scivolano con una semplicità incredibile, che lasciano il giusto respiro a tutti gli arrangiamenti e strumenti che suonano insieme. Il brano finisce con un arpeggio di chitarra e hammond.
THE THRILL OF THE HUNT inzia con un graffiante riff di chitarra a cui si unisce l’hammond, da notare il solo, con un duello tra hammond e chitarra.
Con LADY OF ICE l’atmosfera si calma ed inizia una ballad epica che si muove su terreni esplorati da Ritchie Blackmore ed i suoi Rainbow. La canzone è un vero e proprio crescendo che inizia con un riff dalle sonorità celtiche su un tempo dispari. La performance vocale è emozionante e Francesco dimostra di saper trasmettere tanto anche in soluzioni più delicate ed intimistiche. La canzone sfocia in un ritornello epico e melodico, da pelle d’oca. Decisamente uno dei brani più originali ed emozionanti del disco.
IN THE NAME OF ROCK AND ROLL è il brano più veloce del disco con l’hammond che “ruggisce” e rende omaggio al miglior John Lord dei Deep Purple. Una strofa molto ritmata con chitarre con il wah e hammond sempre presenti, al centro del brano un break down in cui il basso fa da padrone.
DO YOU HEAR ME NOW? ha un groove incalzante ed un ritornello melodico, una hit rock dal sapore “radiofonico”.
EMBRACE THE SILENCE ha un intro di Hammond che ricorda lo stile del tastierista Ken Hensley degli Uriah Heep, sicuramente il brano più anni 70 del disco, con tante modulazioni ed un riff di chitarra dal mood psichedelico.
CLOSER TO THE EDGE inizia con una bellissima parte di pianoforte, hammond e chitarra acustica che creano suoni provenienti da ricordi lontani, con un mood molto nostalgico. Nel ritornello il violino (suonato da Emanuele Martinez) esegue una linea melodica alla Pink Floyd che dialoga e si intreccia con la voce ed il pianoforte.
Il pezzo perfetto per concludere questo meraviglioso viaggio nella musica, quella di qualità, scritta per restare nel tempo, che ti sa trasmettere emozioni forti.
Un disco consigliatissimo a tutti gli amanti della musica Rock.