“SCHERZI A PARTE” I QUATTRO SCHERZI DI CHOPIN
“Scherzi”? Ma in queste musiche c’è poco da scherzare! Non solo perché sono molto impegnative da suonare, ma perché ci sono grida laceranti, “case di morti”,“camere che sembrano bare”… Certo, insieme a tenere melodie natalizie, canti d’amore appassionati, corali solenni che risuonano nelle volte di antichi monasteri, poesia, arguzia, leggerezza e tanto altro ancora. Ma allora perché Chopin ha chiamato queste sue quattro splendide composizioni con il nome di Scherzi?
“Scherzo” nel linguaggio musicale è il nome del terzo o anche del secondo movimento
di una Sonata in quattro parti. Un brano generalmente leggero e vivace che serve a sciogliere le tensioni di un Adagio o di un Allegro precedenti. Chopin lo estrapola, è uno dei primi a scrivere uno Scherzo fuori da una Sonata.
Insomma, uno “scherzo a parte”. Si tratta di composizioni di ampio respiro, con una forte tensione interna: in questo non ha precedenti. Ne mantiene per lo più la struttura ternaria ABA, ma la sviluppa con molta creatività, realizzando composizioni elaborate e autobiografiche, piene di fascino e di bellezza. Quattro Scherzi quindi, scritti in momenti diversi della sua vita, quasi a suggello di epoche precise da lui vissute: ne ritraggono le intense emozioni, le profonde lacerazioni, le invincibili speranze. Ascoltati in sequenza ci ricordano che dopo uragani e piogge che sembrano interminabili, alla fine torna sempre a splendere il sole, con una lucentezza nuova, davanti alla quale gli eventi dolorosi del passato sembrano sfumare: da quelle cicatrici è sgorgata una vita nuova, che ti sorprende. E il pensiero corre spontaneamente alle celebri parole del Manzoni per Colui che «non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.» don Carlo Josè Seno