Il progetto nasce con la precisa volontà di affermare qualcosa di nuovo in ambito strumentale con al centro una particolare attenzione per il basso elettrico.
La suggestione principale è stata l’ossessione dell’inventore Guglielmo Marconi per il “suono”, una ricerca che il geniale inventore ha concentrato negli ultimi anni della sua vita, quando una sua convinzione lo portò a teorizzare, senza effettivamente riuscire a dimostrarlo, come il suono non abbia mai fine e che, con i mezzi adatti per raccoglierlo, potremmo sentire qualsiasi suono sia mai stato emesso sulla terra, ad esempio il Discorso della Montagna del Messia, ad esempio.
L’anima del disco è deliziosamente urbana ed elettronica, i pezzi hanno decisi sapori etnici e anche vocali, anche se il basso elettrico è sempre prominente. Il progetto si fa notare per la concisione e imprevedibilità.