Settembre


Stefano Barotti è un raffinato chitarrista e autore toscano, che da quindici anni prosegue e ravviva la tradizione cantautorale italiana, arricchendola con contaminazioni folk rock d’oltreoceano. Ogni sua pubblicazione è una piacevole scoperta: Uomini In Costruzione (2003), Gli Ospiti (2007) e Pensieri Verticali (2015) hanno ricevuto lodevoli recensioni e apprezzamenti da critici e ascoltatori.
L’Artista non ha finito di sorprenderci e questa volta ci regala un album tematico dedicato al buon vino. Un affresco dipinto con mano ferma che rappresenta una magica creazione dell’uomo, in grado da millenni di trasformare il frutto in un prezioso nettare.
Settembre focalizza l’attenzione sul mondo della Triple A (Artigiani, Artisti e Agricoltori), un movimento nato dieci anni fa con il sogno di ridare un’anima e un’onesta dignità ai vini, troppo spesso standardizzati, mistificati, adulterati e privati della propria identità. Il decalogo, recepito da molti produttori, ha permesso di realizzare buoni vini, gustosi e salutari grazie ad un ritorno alle tradizioni del passato, quelle dei nostri nonni.
Stefano Barotti ci canta di vigne, terra, vendemmia, botti, agricoltori e tradizioni: lo fa con passione e leggerezza, rivestendo le parole con melodie ben strutturate. Con lui un nutrito gruppo di validi musicisti nobilita ulteriormente i suoni e le armonie: Joe Pisapia, pedal steel; John Egenes, pedal steel e saw; Alessandro Gonfiantini, chitarra elettrica; Nico Pistolesi, piano rhodes; Luca Silvestri, ukulele basso; Vladimiro Carboni alla batteria; Pietro Martinelli, basso e contrabbasso; Vittorio Alinari, clarinetto basso e Flauto; Elena Cirillo al violino; Giuseppe Rotondi alle percussioni e Raffaele Abbate alle tastiere.

Si comincia con Il Vignaiolo, un delicato affresco che ci porta in una dimensione magica, ricca d’indelebili ricordi e rispettosi insegnamenti. La melodia è avvolgente: la chitarra acustica, la pedal steel, il piano, l’ukulele e la batteria creano un raffinato tappeto sonoro che sostiene l’evocativo testo. Il Mosto è un’altra riuscita ballata con un testo ricco di frasi simboliche, una struttura musicale più elettrica e l’importante sostegno ritmico del contrabbasso.
La prima grande sorpresa del disco è La Terra e La Vite: il poetico testo è abbinato a una coinvolgente base musicale in continuo crescendo che mette in risalto flauto, clarinetto basso, percussioni e l’incalzare delle voci. Il Vino Naturale richiama musicalmente lo swing italiano degli anni cinquanta, il testo è in perfetta armonia con il credo degli artigiani, artisti e agricoltori precedentemente citati.
Vendemmia è un’accattivante e gioiosa danza che ricorda il “progressive italiano” degli anni 70, in grande evidenza il basso di Pietro Martinelli, il flauto di Vittorio Alinari e le armonie vocali. Grande momento!
Anima e Legno, scritta a quattro mani con il cantautore Stefano Marelli, è una bellissima ballata elettrica con le chitarre di Stefano Barotti e Alessandro Gonfiantini in primo piano. L’interessante testo merita un attento ascolto. Bevo Bene richiama sonorità folk & country: il raffinato violino di Elena Cirillo impreziosisce la valida struttura musicale.
La conclusiva Red Wine In The Afternoon di Jono Manson è un emozionante blues del 2007, rivisto e appositamente registrato da Jono e la sua band per questo disco. Di fatto è un brano ospite, ma strettamente legato alle tematiche dell’album: “se vuoi venire avanti, saremo lieti che Tu lo faccia, puoi portare tutti i tuoi parenti, stiamo bevendo vino rosso nel pomeriggio”.
Cosa aggiungere?
Siamo al cospetto di un prodotto ben fermentato, grazie all’oscuro e fondamentale lavoro di lieviti autoctoni. La vite è stata rinforzata da sapienti innesti, che hanno reso la pianta immune da filossera o altri parassiti. Fondamentale il sagace affinamento in botte, che ha perfezionato la morbidezza, elevato il carattere ed esaltato i profumi. Consigli: si presta a un lungo invecchiamento e deve essere ascoltato con particolare cura.


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